Maggio in apiario

di Mauro Puppo

Maggio è il mese della fioritura della robinia pseudo acacia, comunemente conosciuta come acacia. La produzione di questo miele, in questi ultimi anni, è stata piuttosto scarsa, principalmente a causa dei cambiamenti climatici. Preparare le famiglie nel modo corretto per iniziare bene il raccolto è indispensabile. Per questo, già dal mese precedente, avremo monitorato lo stato di salute degli alveari, il controllo delle scorte,  della covata e la forza di ogni singola famiglia.

Controllo della sciamatura

Il controllo della sciamatura è una delle attività più impegnative dell’apicoltore. È molto importante tenere sempre sotto controllo le proprie famiglie, eliminare eventuali celle reali o adottare quegli accorgimenti necessari a evitare la sciamatura naturale, quali l’allargamento del nido con l’aggiunta di fogli cerei da costruire, il bilanciamento delle famiglie, la formazione di nuclei artificiali a partire da famiglie numerose, l’apposizione anticipata dei melari.

Recupero di sciami

E’ possibile che, nonostante tutti i nostri sforzi, questi accorgimenti non siano sufficienti. Accorgersi repentinamente del verificarsi di una sciamatura è essenziale per poter recuperare lo sciame. Una volta uscite, le api si raccolgono temporaneamente (poche ore o un paio di giorni) su un ramo, un supporto o in una cavità nei pressi dell’apiario. Recuperare lo sciame è un’operazione che richiede un po’ di pratica e può essere più o meno difficoltosa. Se le api si sono raccolte su un ramo, tagliare il ramo e scrollarle all’interno di un’arnia porta sciami potrebbe essere sufficiente e abbastanza semplice. Se invece, si fossero insediate in cavità, tronchi d’albero o in  posti poco accessibili, il recupero diventa più problematico e difficoltoso. 

Posa dei melari

Quando le famiglie sono ben sviluppate e pronte per il raccolto, è importantissimo porre i melari per dar loro più spazio. Se si aggiunge il melario troppo presto, c’è il rischio che eventuali ritorni di freddo obblighino la famiglia ad un lavoro suppletivo per scaldare il volume che si è creato, e se i favi sono in prevalenza fogli cerei nuovi, c’è la possibilità che le api rosicchino la cera dei favi, andando così a rovinarli. Se, invece, si vuole stimolarle alla produzione, inserire favi già costruiti è la scelta migliore. In questo modo, infatti, non sfrutteranno le proprie risorse per la costruzione dei favi stessi. Stimolare la produzione di cera potrebbe essere, d’altronde, un modo per controllare il pericolo di sciamatura. Da tenere presente che, nonostante l’aggiunta del melario per dare spazio, la  famiglia potrebbe ignorarlo e sciamare comunque.

L’escludiregina

Quando decidiamo di posare i melari, per evitare che la regina lasci il nido e salga al melario dobbiamo usare l’escludiregina, ovvero una griglia di metallo o plastica che permette il passaggio delle operaie, ma non quello della regina, che rimane così confinata nel nido . L’escludiregina va posto sopra al nido, su cui poi si poserà il o i  melari, il coprifavo e il tetto. Questa operazione è necessaria per evitare che il melario, destinato alla produzione di miele, se la regina salisse, possa essere riempito di covata. Questo renderebbe difficoltosa l’estrazione del miele e una sua svalutazione degustativa e visiva, risulterebbe, di conseguenza, più scuro e dal sapore più intenso, classicamente detto “da favo”.