SCIAMATURA NATURALE E ARTIFICIALE

di Mauro Puppo

La sciamatura è uno dei fenomeni più appariscenti e tipici del mondo dell’ape e rappresenta l’unico mezzo naturale di diffusione della specie. Con la divisione della colonia, provocata dalla partenza della regina, di numerose api operaie e fuchi, si ha la riproduzione del cosiddetto superorganismo alveare.
E’ il momento che maggiormente affascina l’apicoltore. Poter osservare e rincorrere una nuvola d’api che esce dall’alveare non ha eguali.
Nell’apicoltura razionale la sciamatura viene considerate negativamente in quanto incide sulla produzione del miele, necessita di manodopera e potrebbe essere anche una perdita nel caso non si riesca a recuperare lo sciame.
Nell’alveare la preparazione alla sciamatura avviene con la costruzione da parte delle api di numerose celle reali dove la regina deporrà uova fecondate. Pochi giorni prima della sciamatura si verifica la cosiddetta “febbre sciamatoria” cioè ad un cambiamento dell’attività della famiglia: la regina cessa l’ovodeposizione e dimunuisce di peso (per volare meglio), le bottintrici cessano la raccolta di nutrimento, si raggruppano (barba) all’esterno dell’alveare pronte per la partenza dello sciame.
Il periodo principale della sciamatura va da aprile a tutto giugno, di norma lo sciame esce nelle ore più calde di una bella giornata di sole, alla partenza le operaie sciamanti si riempiono la borsa malaria di miele che dovrà servire per alimento della nuova colonia. Generalmente il primo sciame che esce dall’alveare (primario) è costituito da un elevato numero di api e dalla regina vecchia che abbandona l’alveare presumibilmente all’opercolatura delle prime celle reali
allevate che avviene 8/9 giorni dalla deposizione dell’uovo. Possono seguire altre sciamature, questa volta con un minore numero di api e regine vergini ( sciami secondari, terziari).
Lo sciame primario, normalmente, si posa a poca distanza dall’alveare ( 20/30m) l’appiglio può essere un ramo, un cespuglio un troco d’albero alcune volte anche a terra dove si tratterrà alcune ore o persino qualche giorno fino a che le api esploratrici non avranno trovato un sito idoneo a costruire il nuovo nido, a questo punto può intervenire l’apicoltore per il recupero.
Gli sciami secondari, invece, si possono posare a più distanza e può essere difficoltoso il loro recupero anche perché le regine vergini occupano malvolentieri un’arnia.
La sciamatura è influenzata da numerosi fattori, che possiamo riassumerli in:
Sovrappopolamento, carenza di spazio, scarsa aereazione, dimensione insufficiente della camera di covata, elevata presenza di covata pronta a sfarfallare, forte importazione di nettare, mancanza di sfogo per le ceraiole, età avanzata della regina ( quindi minore produzione di feromone reale), predisposizione ereditaria della regina a sciamare.
Conoscendo le cause bisogna agire di conseguenza per prevenire il fenomeno, purtroppo però non sempre tutti gli accorgimenti che mettiamo in atto sono sufficienti e tempestivi e qualche sciame si invola lo stesso a conferma che l’istinto naturale prevale su qualsiasi tecnica da noi
adottata.
Per accertarsi che le famiglie non sciamino, le medie/grandi aziende ricorrono a diverse tecniche, tra cui la sciamatura artificiale e la selezione genetica di regine poco propense alla sciamatura.
La sciamatura artificiale consiste nel simulare una sciamatura naturale però indotta dall’apicoltore.
Si riducono di conseguenza le famiglie più grandi, che, con l’avanzare della stagione calda avrebbero l’impulso naturale a sciamare prelevando telaini di covata, di miele ed api. Con
questi telaini si creano nuove famiglie.
Stabilire quanto lasciare grande la famiglia originaria in modo che arrivi al massimo sviluppo sul primo raccolto senza che vada in febbre sciamatoria, non è cosa facile. I fattori determinanti per lo sviluppo delle colonie sono l’ambiente e l’andamento stagionale; solo una profonda conoscenza degli apiari ed una buona osservazione possono aiutarci a fare la scelta giusta senza dover ricorrere ad ulteriori interventi di contenimento. Innanzitutto per produrre sciami è necessario che sia cominciata la stagione riproduttiva delle api.
Deve essere l’apicoltore a decidere, per ogni apiario, quanti telaini di covata e di scorte lasciare alle famiglie a seconda di quanto tempo manca al primo raccolto.
Tutti gli alveari devono essere controllati e pareggiati asportando o aggiungendo api e/o covata.
Una volta che tutte le famiglie sono sistemate, cioè hanno tutte la stessa forza, con la covata rimasta in più si producono i nuovi sciami, fornendogli telaini di scorte o nutrimento.
A loro il compito di allevare da sole una cella reale e portare la vergine a fecondazione, oppure all’apicoltore di fornire una nuova regina feconda. Le finalità della produzione di sciami possono essere molteplici: quella della vendita, l’aumento del patrimonio apistico aziendale, la sostituzione di
famiglie perse durante l’inverno. Per chi decide di fare produzioni precoci come l’acacia, sarà poca la covata disponibile da asportare per fare gli sciami perché le famiglie dovranno essere mantenute forti per l’imminente fioritura. Potrà asportare di più chi punta a produrre il millefiori e i mieli di Giugno/Luglio quali tiglio e Castagno, così la famiglia avrà il tempo di riprendersi dall’asportazione.
Se la produzione di miele non ci interessa possiamo periodicamente asportare covata e miele, 3-4 telaini per famiglia forte, ogni mese fino a fine Giugno/luglio, poi fare i trattamenti contro la Varroa.
Produrre uno sciame se questo non ha una fioritura su cui svilupparsi, non è una scelta saggia.
Difatti gli sciami prodotti in Aprile/Maggio si sviluppano e si riescono ad invernare come famiglia su dieci telaini, mentre, quelli tardivi di fine Luglio, bisognerà nutrirli col rischio di trovarci in autunno con famiglie poco sviluppate .
Le regole per la produzione degli sciami sono poche e variabili in base alla zona e al periodo di produzione; si possono comporre con due telaini di covata due di scorta e un foglio cero, con l’avanzare della stagione i telaini di covata andranno ad aumentare, fino a quattro/cinque in Luglio.
Questo rapporto dovrà variare se si ha intenzione di mandare lo sciame in produzione sul millefiori, in questo caso sarà bene creare il nuovo sciame con almeno quattro telaini di covata sin da Aprile Maggio.
Un’altra piccola regola è quella di calibrare la quantità di covata a seconda se lo sciame venga prodotto con una regina o una cella reale, chiaramente dovrà essere maggiore nel secondo caso.
E’ bene inoltre ricordare che gli sciami vanno spostati almeno di tre km per evitare che le api bottinatrici facciano ritorno al proprio alveare lasciando lo sciame con scarsità di api. Se si adoperano celle reali dopo sei ,sette giorni si può controllare la nascita della vergine e dopo altri 10/15 giorni l’avvenuta fecondazione di questa.
Quando si utilizzano le regine feconde, per essere sicuri che queste siano accettate dalle nuove colonie, bisogna aspettare circa 10/12 giorni prima di controllarle. Spesso risulta utile nelle prime settimane di vita della nuova colonia somministrare della nutrizione liquida per stimolare la crescita in una fase delicata.

Scopri i Benefici dell’Apiterapia: Guarigione dalla Natura

di: Giorgio Pagnacco

L’apiterapia è una pratica antica che sfrutta in particolare i prodotti dell’alveare, per promuovere la salute e il benessere. Questa forma di terapia ha radici profonde nella storia umana, risalendo a migliaia di anni fa, quando le persone hanno cominciato a sfruttare i benefici del miele, del polline, della propoli, della cera, della pappa reale e del veleno d’ape per trattare una vasta gamma di disturbi e malattie. L’apiterapia negli ultimi anni viene utilizzata anche in campo medico veterinario per curare patologie di animali domestici e in allevamenti che seguono il protocollo biologico.

Prodotti dell’Alveare Utilizzati in Apiterapia:

  1. Miele: Forse il più noto tra i prodotti dell’alveare, il miele è ricco di antiossidanti, enzimi e sostanze nutritive. Viene utilizzato in apiterapia per le sue proprietà antibatteriche, antinfiammatorie e cicatrizzanti. Il miele è spesso impiegato per trattare ferite, ustioni, infezioni della pelle e problemi gastrointestinali.
  2. Propoli: la propoli è una sostanza resinosa raccolta dalle api dalle gemme e dalle cortecce di alcune piante come pioppi, betulle, pini, abeti, ippocastani, salici, querce ed olmi. È ricca di flavonoidi, acidi fenolici e altri composti bioattivi con potenti proprietà antimicrobiche, antinfiammatorie e antiossidanti. In apiterapia, la propoli viene utilizzata per rafforzare il sistema immunitario, trattare infezioni respiratorie, curare ferite e supportare la salute dentale e del cavo orofaringeo.
  3. Polline d’Api: Il polline raccolto dalle api è un concentrato di sostanze nutritive essenziali, tra cui proteine, vitamine, minerali e antiossidanti. In apiterapia, i pollini d’api vengono utilizzati per combattere le allergie stagionali, migliorare l’energia e la vitalità, e supportare la salute cardiovascolare e del sistema immunitario.
  4. Cera d’Api: La cera d’api è una sostanza prodotta dalle ghiandole ceripare delle api operaie. È comunemente conosciuta per le sue proprietà idratanti, emollienti e protettive per la pelle. In apiterapia, la cera d’api viene utilizzata principalmente per la produzione di unguenti, creme e balsami per la cura della pelle. Grazie alle sue proprietà emollienti, la cera d’api aiuta a proteggere la pelle dalle aggressioni esterne, come il vento e il freddo, e a mantenere l’idratazione naturale della pelle. Inoltre, la cera d’api può essere impiegata per la produzione di candele utilizzate in aromaterapia, diffondendo un piacevole profumo nell’ambiente.
  5. Pappa Reale: La pappa reale è una sostanza secreta dalle ghiandole delle api operaie giovani ed è l’alimento principalmente esclusivo di tutte le larve fino al terzo giorno dalla schiusa dell’uovo e della regina dal primo giorno come larva al suo ultimo giorno di vita. È una ricca fonte di proteine, vitamine del gruppo B, aminoacidi e altri nutrienti essenziali. In apiterapia, la pappa reale è considerata un “superfood” per le sue potenziali proprietà benefiche per la salute umana. Viene utilizzata principalmente come integratore alimentare per migliorare l’energia, la vitalità e le funzioni cognitive. La pappa reale è stata associata anche a potenziali benefici per la salute della pelle, del sistema immunitario e della fertilità. Tuttavia, è importante consultare un professionista sanitario prima di utilizzare la pappa reale, specialmente per persone con allergie o condizioni mediche preesistenti.
  6. Veleno d’Ape: Sebbene possa sembrare impensabile, il veleno delle api, quando somministrato in piccole dosi controllate, può avere effetti benefici sulla salute. Il veleno d’ape contiene peptide, enzimi e altri composti bioattivi che hanno dimostrato proprietà antinfiammatorie, analgesiche e immunomodulanti. In apiterapia, il veleno d’ape viene utilizzato per trattare una varietà di condizioni, tra cui artrite, dolore cronico, disturbi autoimmuni e infiammazioni.

Conclusioni:

L’apiterapia offre un approccio naturale e olistico alla salute, sfruttando i potenti benefici dei prodotti dell’alveare. Tuttavia, è importante sottolineare che questa forma di terapia dovrebbe essere praticata da professionisti esperti e qualificati per garantire la sicurezza e l’efficacia del trattamento e non incorrere in effetti indesiderati dovuti ad intolleranze o allergie ai principi attivi contenuti nei vari prodotti usati. Con una comprensione adeguata dei prodotti dell’alveare e dei loro usi terapeutici, l’apiterapia può essere un prezioso aiuto e complemento alla salute e al benessere generale.

Aprile in apiario

di: Mauro Puppo

Ad Aprile si è all’inizio della stagione produttiva, i lavori da svolgere in apiario sono molti ed è importante organizzare gli interventi da compiere per avere le famiglie nelle migliori
condizioni.
I controlli da effettuare riguardano l’estensione, la compattezza e lo stato della covata, bisogna valutare se le famiglie sono deboli o forti, se le scorte sono sufficienti, se la
covata è sana, se dobbiamo aumentare lo spazio del nido, se ci sono favi da rinnovare (almeno due all’anno), se bisogna pareggiare le famiglie per averle abbastanza simili a livello di forza e sviluppo, se c’è la presenza di patologie o parassiti. Mantenere alcune famiglie forti e altre deboli non è conveniente, le famiglie deboli non sarebbero in grado
di produrre e potrebbero essere soggette a malattie, mentre in quelle forti aumenterebbe il rischio di sciamatura.
Aprile è, inoltre, il periodo per iniziare la creazione di nuovi nuclei, anche sfruttando il controllo della produzione di celle reali in vista di eventuali sciamature.

Famiglia forte o debole?
Una famiglia che importa polline, la regina che depone costantemente uova e le api
ceraiole che sono in piena attività sono tutti sintomi di una famiglia che crescerà
notevolmente. Siamo in presenza di una famiglia forte, il cui sviluppo si estende su 6-7
telai, che andrà tenuta sotto controllo sia per impedire la sciamatura naturale, sia se si
vuole procedere con quella artificiale. Una famiglia che non ha queste caratteristiche,
invece, è debole e necessita di interventi mirati per il suo rafforzamento.

Controllo della covata
Aprile è il periodo di massimo sviluppo della covata. Non basta controllare se la regina
sta deponendo, ma è importante sapere come, dove e lo stato di salute della covata
stessa. Dobbiamo verificare che ci sia spazio per l’estensione della covata, se essa è
opercolata o meno, vedere se la regina depone in modo regolare. È necessario prestare
attenzione all’eventuale presenza di malattie: peste americana, peste europea, covata
calcificata ecc. Importantissimo valutare l’infestazione di varroa.

Scorte sufficienti o no?
I consumi delle famiglie in piena fase di sviluppo sono molto elevati, fino a 7-9 kg di miele al mese. Se le condizioni meteo sono favorevoli, le scorte vengono rimpiazzate dalle api
stesse; ma se il maltempo è prolungato, la mancata assunzione di nettare può condurre a un blocco di covata e a stress alimentare, rallentando la crescita della famiglia. Per questo motivo, durante le visite, bisogna controllare lo stato delle scorte e, se carenti, incrementarle con l’alimentazione artificiale: candito o sciroppo in base alle condizioni climatiche e al periodo. Il candito viene consumato più lentamente e rimpiazza le scorte mancanti. Lo sciroppo, invece, deve essere utilizzato quando le api hanno la possibilità di effettuare voli di purificazione. Non è consigliabile la somministrazione di sciroppo in periodi freddi, umidi e piovosi, anche perché questo clima può favorire l’insorgenza di patologie intestinali.

Dare spazio alla famiglia
Con la crescita graduale della famiglia, diventa necessario aumentare lo spazio a sua disposizione: possiamo inserire i favi che erano stati tolti per l’invernamento o introdurre
nuovi fogli cerei (se la famiglia è abbastanza sviluppata), facilitando così anche il rinnovo della cera. Tuttavia, il foglio cereo non può essere posizionato dove capita: non all’esterno, ma, preferibilmente, tra l’ultimo favo di covata e il primo di scorte e, a inizio stagione, mai nel mezzo della covata, perché potrebbe fungere da diaframma. 

Bilanciamento
È importante, specialmente se abbiamo molte famiglie, che esse siano più omogenee possibile. Bilanciare le famiglie consiste nello spostamento di favi di covata coperti di api
dalle famiglie più forti a quelle più deboli. L’operazione richiede molta attenzione: i favi non devono essere affetti da malattie per scongiurare contagi e va verificato che non
venga trasferita anche la regina. Inoltre, la famiglia da cui preleviamo i favi deve essere in grado di riprendersi nel più breve tempo possibile. Il favo che si inserisce nella famiglia
più debole deve presentare molta più covata opercolata rispetto a quella non opercolata.

Prevenzione della sciamatura e creazione di nuovi nuclei
Il bilanciamento delle famiglie è anche un metodo per tenere sotto controllo la sciamatura, in quanto le famiglie più forti sono quelle più propense ad essa. Togliendo favi di covata, creiamo più spazio per la famiglia (anche se lo spazio non è l’unico motivo di sciamatura), oppure, allo stesso scopo, possiamo aggiungere un melario. Un segno molto chiaro che preannuncia la sciamatura è la costruzione di celle reali ai bordi del favo che possono essere rotte dall’apicoltore per prevenire la nascita di una nuova regina e la conseguente divisione della famiglia. Questa procedura, però, richiede un costante controllo ( ogni 4-5 gg) e può risultare difficoltosa, se non inutile, specialmente quando si hanno tanti alveari. 
La sciamatura artificiale è una tecnica molto simile a quella del livellamento: dalla famiglia forte vengono tolti favi di covata opercolati e, se già presenti, con celle reali e usati per
creare una nuova famiglia. È conveniente spostare questo nuovo nucleo di almeno 3km, in modo da evitare che la maggior parte delle bottinatrici ritornino nell’alveare madre.

Queste sono le principali attività nel mese di aprile che andranno prese in considerazione
per avere famiglie sane e forti. Naturalmente, le esigenze di ogni alveare varieranno in base alla località e alle condizioni meteorologiche.

Guida alla marcatura delle api regine: Tecniche e colori dei marcatori

di: Giorgio Pagnacco

Introduzione:

La marcatura delle api regine è una pratica comune nell’apicoltura che consente agli apicoltori di identificare facilmente la regina all’interno dell’alveare. Questo processo non solo agevola la gestione dell’alveare, ma permette anche di monitorare l’età delle regine e la loro produttività nel tempo. In questo articolo, esploreremo le tecniche per marcare le api regine e i colori dei marcatori utilizzati per identificare l’anno di nascita della regina.

Tecniche per la Marcatura delle Api Regine:

  1. Marcatura con Pennarello: Una delle tecniche più comuni per marcare le api regine è l’utilizzo di un pennarello apposito per api. Questi pennarelli sono progettati per scrivere sul dorso dell’ape regina senza causarle danni. È importante che la regina sia immobilizzata prima della marcatura per evitare movimenti bruschi che potrebbero danneggiarla.
  2. Marcatura con dischetti smaltati: Alcuni apicoltori utilizzano minuscoli dischetti smaltati e colorati a seconda dell’anno in cui è nata la regina che riportano anche una numerazione, di solito questo tipo di marcatura viene utilizzata da allevatori che fecondano le regine attraverso la fecondazione artificiale e che hanno necessità di “schedare” in modo univoco la regina da un punto di vista genetico.
  3. Marcatura con Gabbia di Marcatura: Un’altra tecnica consiste nell’utilizzare una gabbia di marcatura, una piccola gabbia di plastica che trattiene la regina in posizione mentre viene applicato il colore. Questo metodo assicura una marcatura precisa e uniforme, ma richiede un po’ più di tempo e attenzione.

Colori dei Marcatori per Identificare l’Anno di Nascita:

I marcatori utilizzati per identificare l’anno di nascita delle api regine sono codificati con colori specifici, seguendo un sistema standardizzato. Di seguito sono riportati alcuni dei colori più comuni e il corrispondente anno di nascita:

  • Bianco: Anni che terminano con 1 o 6 (ad esempio 2021, 2026)
  • Giallo: Anni che terminano con 2 o 7 (ad esempio 2022, 2027)
  • Rosso: Anni che terminano con 3 o 8 (ad esempio 2023, 2028)
  • Verde: Anni che terminano con 4 o 9 (ad esempio 2024, 2029)
  • Blu: Anni che terminano con 5 o 0 (ad esempio 2025, 2030)

Questi colori consentono agli apicoltori di identificare rapidamente l’anno di nascita delle api regine e pianificare di conseguenza la gestione dell’alveare.

Conclusioni:

La marcatura delle api regine è una pratica utile per gli apicoltori che desiderano monitorare l’età e la produttività delle loro regine. Utilizzando tecniche appropriate e colori standardizzati per i marcatori, gli apicoltori possono gestire efficacemente le loro colonie e garantire una famiglia sana e stabile nel tempo.

Il processo di fecondazione dell’ape regina: Un viaggio essenziale per la sopravvivenza dell’alveare

di: Giorgio Pagnacco

Introduzione:

La fecondazione dell’ape regina è un momento cruciale nella vita di un alveare, in quanto determina la continuità della colonia e la sua produttività. In questo articolo, esploreremo in dettaglio il processo di fecondazione dell’ape regina, dalla sua nascita al suo volo nuziale e alla deposizione delle uova.

Nascita dell’Ape Regina:

L’ape regina si sviluppa da un uovo fecondato deposto da una regina precedente. Durante lo sviluppo larvale, le larve destinate a diventare regine vengono alimentate con una dieta ricca di pappa reale, che le aiuta a crescere e svilupparsi in individui fertili.

Il Volo Nuziale:

Dopo circa 10-12 giorni dalla sua nascita, l’ape regina vergine è pronta per effettuare il suo volo nuziale. Durante questo volo, la regina si accoppia con uno o più fuchi all’esterno dell’alveare. Il volo nuziale è un momento critico, durante il quale la regina si libra nell’aria alla ricerca di fuchi provenienti da altri alveari per accoppiarsi.

Accoppiamento con i Fuchi:

Durante il volo nuziale, la regina può accoppiarsi con un numero variabile di fuchi, che possono essere anche più di una dozzina. L’accoppiamento avviene in volo e dura solo pochi secondi per ciascuna copula. I fuchi trasferiscono il loro seme alla regina attraverso il loro organo riproduttivo.

Voli di Ricognizione:

Prima del volo nuziale, la regina vergine può effettuare voli di ricognizione intorno all’alveare per orientarsi e valutare le condizioni dell’ambiente circostante. Durante questi voli, la regina potrebbe essere accompagnata da api ancelle che la seguono e la proteggono dagli attacchi di predatori o da altri pericoli.

Deposizione delle Uova:

Dopo il volo nuziale e l’accoppiamento con i fuchi, la regina fecondata ritorna nell’alveare e inizia a deporre le uova. Questo processo può iniziare entro pochi giorni dall’accoppiamento e continua per tutta la vita della regina, che può durare diversi anni. La regina depone fino a 2000 uova al giorno nelle cellette dell’alveare, che verranno poi nutrite e allevate dalle api nutrici giovani operaie.

Conclusioni:

Il processo di fecondazione dell’ape regina è un evento fondamentale per la sopravvivenza e la prosperità dell’alveare. Attraverso il volo nuziale e l’accoppiamento con i fuchi, la regina assicura la diversità genetica della colonia e la continuità della sua popolazione. È un processo straordinario che testimonia la complessità e l’efficienza del mondo delle api e della loro società.

L’ alveare democratico: un esempio di organizzazione sociale nel mondo delle api.

di: Giorgio Pagnacco

Introduzione:

Nel mondo affascinante delle api, si parla spesso della “democraticità” dell’alveare, un concetto intrigante che ci offre un’opportunità unica di esplorare le complesse dinamiche sociali di queste straordinarie creature. In questo articolo, esamineremo cosa si intende per “democraticità” di un alveare e come questo principio guidi la vita e l’organizzazione delle colonie di api.

La Struttura Sociale dell’Alveare:

L’alveare è un’organizzazione sociale altamente strutturata, in cui migliaia di individui lavorano insieme per il bene comune della colonia. Al centro di questa organizzazione vi è la regina, il fulcro della riproduzione e della coesione sociale, circondata da api operaie e fuchi, ciascuno con ruoli specifici all’interno dell’alveare.

Cosa si Intende per “Democraticità”?:

La democraticità dell’alveare si riferisce al modo in cui le decisioni vengono prese e alla distribuzione del potere all’interno della comunità delle api. Sebbene non si possa applicare il concetto di democrazia nel senso umano al mondo delle api, ci sono elementi di partecipazione e collaborazione che richiamano il concetto di democrazia.

Processi Decisionali:

Nell’alveare, le decisioni cruciali vengono prese collettivamente attraverso processi di comunicazione e consenso. Ad esempio, quando l’alveare decide di sciamare, cioè di dividere la colonia per formare un nuovo sciame, le api operaie e la regina collaborano per selezionare una nuova sede e pianificare il trasferimento.

Divisione del Lavoro:

Un altro elemento chiave della democraticità dell’alveare è la divisione del lavoro, in cui ogni individuo contribuisce con le proprie abilità e risorse al bene comune della colonia. Le api operaie si dedicano a svariate mansioni, come la raccolta del nettare, la cura delle larve e la difesa dell’alveare, lavorando insieme in un sistema cooperativo che garantisce la sopravvivenza della comunità.

Equità e Solidarietà:

La democraticità dell’alveare si riflette anche nell’equità e nella solidarietà che caratterizzano le interazioni tra gli individui. Le api si scambiano cibo, si prendono cura delle larve e si proteggono a vicenda, dimostrando un profondo senso di cooperazione e supporto reciproco.

Conclusioni:

In conclusione, l’alveare rappresenta un esempio straordinario di organizzazione sociale basata su principi di collaborazione, partecipazione e solidarietà. Sebbene il concetto di democrazia sia applicato in modo diverso nel mondo delle api rispetto al mondo umano, la democraticità dell’alveare ci offre un’interessante prospettiva su come la natura stessa possa ispirare e informare i nostri modelli di convivenza e cooperazione.

Guida completa al traslarvo in apicoltura: Tecniche e strategie per un successo duraturo. Prima parte.

di: Giorgio Pagnacco

Introduzione:

Il traslarvo rappresenta una delle tecniche più importanti e delicate nell’ambito dell’apicoltura. Questo processo consente agli apicoltori di rinnovare la popolazione delle api regine all’interno dell’alveare, garantendo così una colonia sana e vigorosa. In questo primo articolo che prevede diverse puntate, vedremo la tecnica del traslarvo, dalla selezione della regina madre fino alle strategie per un traslarvo di successo.

Selezione della Regina Madre:

Il primo passo cruciale nel traslarvo è la selezione della regina madre. È essenziale scegliere una regina sana, vigorosa e geneticamente desiderabile per garantire la qualità della nuova generazione di regine. Gli apicoltori dovrebbero osservare attentamente la regina madre esistente, valutandone la prolificità, la docilità e la resistenza alle malattie.

Quando Effettuare il Traslarvo:

Il momento ideale per effettuare il traslarvo dipende dalle condizioni locali e dalle esigenze specifiche dell’alveare. Tuttavia, il traslarvo è spesso eseguito durante la stagione primaverile, quando la colonia è in piena espansione e le risorse alimentari sono abbondanti. È importante considerare anche la disponibilità di fioriture e le condizioni meteorologiche favorevoli.

Tecniche per un Traslarvo di Successo:

  1. Preparazione dell’Alveare: Prima di avviare il traslarvo, assicurarsi che l’alveare sia forte e ben nutrito. Aggiungere api operaie e api giovani nutrici se necessario e fornire abbondanti riserve di cibo per supportare lo sviluppo delle nuove regine.
  2. Orfanizzazione della famiglia starter: Prevedere una famiglia forte che possa essere in procinto di sciamare per la presa in carico delle larvette traslarvate con la relativa formazione delle celle reali e nutrimento delle larvette.
  3. Controllare bene che non ci siano già delle celle reali naturali in fase di sviluppo nella famiglia starter: Esaminare attentamente l’alveare orfanizzato in cui verranno posizionate le stecche con i cupolini contenenti le larvette per individuare eventuali celle reali naturali in fase di sviluppo. Queste celle se sfuggono alla visita di un apicoltore poco attento, potrebbero far fallire il traslarvo quindi dovranno essere rimosse per garantire il successo dell’operazione.
  4. Traslarvo: Una volta individuata la regina madre da cui si vogliono riprodurre geneticamente i caratteri ereditari nelle future nuove regine, si prelevano larvette di 24 ore massimo 48 ore e si depongono tramite picking nei cupolini fissati alle stecche che verranno poi posizionate nello starter .
  5. Trasferimento delle Celle Reali: Una volta che le celle reali sono state allevate dalla famiglia starter vengono trasferite con cura in un’altra arnia finisher. Assicurarsi che le celle vengano maneggiate con delicatezza per evitare danni alle larve di regina in via di sviluppo.
  6. Finisher: compito della famiglia finisher è quello di completare e opercolare le celle reali. Molti allevatori tralasciano questo passaggio facendo concludere le celle con l’opercolatura dallo stesso alveare starter orfanizzato.
  7. Prelievo delle celle opercolate: Dopo aver fatto opercolare le celle queste ultime possono essere poste direttamente in nuclei di fecondazione senza regina oppure stoccate in apposite incubatrici che dovranno mantenere le celle reali ad una temperatura e umidità costanti.
  8. Introduzione delle Nuove Regine: Nel caso in cui si decida di far nascere le regine in incubatrice, si dovrà introdurle nei nuclei di fecondazione che potranno essere da molto piccoli (alcune centinaia di api) a veri e propri nuclei su 3/4/5 telai di api, nel caso si decidesse per quest’ultima opzione si dovrà tenere conto del rischio che la nuova regina ancora vergine possa non essere accettata dal nucleo stesso.
  9. Controllo accetttazione ed eventuale deposizione da parte della nuova regina: Lasciati passare circa 10 giorni in cui eviteremo di aprire i nuclei di fecondazione per evitare di disturbare le giovani regine, controlleremo che la regina sia stata accettata e che abbia incominciato a deporre le uova azione che ci rassicura che la fecondazione nel volo nuziale sia andata a buon fine.

Errori da Evitare:

  • Traslarvo non corretto: prelevare e deporre la larvetta di 24 ore è un’azione molto delicata che se non effettuata in modo corretto pregiudica la presa in carico da parte delle nutrici e quindi lo sviluppo stesso di quella che sarà la nuova regina.
  • Prelevare una larva troppo grande: Se si preleva una larva che abbia più di 48 ore la regina che nascerà sarà una regina che non avrà l’apparato riproduttivo pienamente sviluppato per cui non sarà una buona fattrice e le api la sostituiranno presto.
  • Trasferimento Inadeguato delle Celle Reali: Maneggiare le cellule reali con delicatezza durante il trasferimento per evitare danni alle regine in sviluppo.
  • Monitoraggio Inadeguato delle Nuove Regine: Assicurarsi di monitorare attentamente lo sviluppo delle nuove regine per rilevare eventuali problemi o anomalie.
  • Introduzione delle nuove regine nel nucleo: Evitare di introdurre le nuove regine in un alveare orfano ricevente troppo forte, avere tante api può pregiudicare l’accettazione di una regina vergine con una carica di feromoni ancora molto bassa.

Conclusioni:

Il traslarvo rappresenta una delle pratiche più importanti nell’apicoltura, consentendo agli apicoltori di rinnovare la popolazione delle api regine e mantenere la salute e la vitalità dell’alveare. Con una corretta selezione delle regine madri, un momento opportuno e l’applicazione di tecniche appropriate, gli apicoltori possono garantire un traslarvo di successo e una colonia prospera nel lungo termine.